TRAUMI DEGLI ARTI

Nel bambino la maggior parte dei traumi alla mano e al piede si verifica durante lo svolgimento di attività in ambiente domestico, a scuola, durante attività sportive e ricreative.

Gli incidenti domestici che giungono più spesso al pronto soccorso sono le cadute, le ferite da taglio o punta, gli urti e gli schiacciamenti.

Le conseguenze più comuni sono: contusione (tumefazione da rottura dei vasi senza lacerazione cutanea), abrasione/ferita (lacerazione della cute da superficiale a profonda), frattura (rottura ossea), rottura di un tendine.

Se si nota una marcata differenza di flessione, l’esaminatore deve sospettare la lesione di un tendine. La mancanza di sensibilità può indicare la perdita di innervazione (lesione di un nervo).

Data la notevole varietà dei quadri clinici, il trattamento varia dal semplice riposo funzionale a interventi di maggiore complessità che possono richiedere il ricorso a tecniche microchirurgiche. Il trattamento delle lesioni profonde è in urgenza e in anestesia generale.

 

Frattura del dito

Le fratture alle dita causano dolore immediato e spesso deformazione del dito, inoltre, entro 5-10 minuti dall’infortunio, ematoma, gonfiore e rigidità.

La radiografia conferma la frattura e se i frammenti si sono spostati (frattura scomposta) o sono in asse (frattura composta).

Se la frattura è scomposta può essere necessario l’intervento chirurgico, che consiste nel corretto riallineamento dei frammenti (riduzione) e nell’inserimento di materiale metallico per tenere i frammenti a contatto e permettere la guarigione. Si esegue in urgenza in anestesia generale.

Se la frattura è composta sarà sufficiente una doccia gessata e il riposo.

 

Rottura di un tendine flessore delle dita

Nella rottura dei tendini flessori, il paziente non è in grado di piegare una o più articolazioni del dito e se tenta di farlo avverte dolore. Un taglio è la causa più frequente di lesione dei tendini flessori.

La ricostruzione chirurgica dev’essere eseguita il più precocemente possibile, altrimenti si rischia la retrazione e la perdita di elasticità (che rendono più difficile saldare le estremità richiedendo al chirurgo procedure più complesse come una trasposizione o un innesto tendineo).

L’intervento si esegue preferibilmente in urgenza e in anestesia generale.

 

Rottura di un tendine estensore delle dita

Nella rottura del tendine estensore, il paziente non è in grado di estendere il dito o la mano.

Si possono avere diversi quadri: dito a martello (flessione permanente dell’articolazione interfalangea distale ovvero quella con l’unghia), deformità a boutonnière (flessione permanente dell’articolazione interfalangea intermedia, incapacità di estendere il dito rispetto al metacarpo (nei tagli a livello del dorso della mano).

I tendini estensori si lesionano facilmente, anche con un taglio minore. Un forte trauma al dito può causare lo strappamento del tendine dall’inserzione sull’osso (avulsione).

Le lesioni parziali dei tendini estensori sono trattate con una stecca e il riposo funzionale.

In caso di rottura completa si deve intervenire chirurgicamente. L’intervento si esegue preferibilmente in urgenza e in anestesia generale.

 

Schiacciamenti apicali

Lo schiacciamento delle dita nei bambini, avviene il più delle volte nella porta di casa o della macchina (per le dita della mano) oppure a seguito della caduta di un oggetto pesante (per le dita del piede). Può essere più o meno grave.

Si può avere dalla semplice contusione alla frattura dell’osso sottostante.

L’evento più frequente è una ferita a livello dell’ultima falange delle dita, talora con danneggiamento dell’unghia fino al distacco (avulsione) oppure con ematoma subungueale (emorragia tra l’unghia e il letto ungueale).

L’ematoma subungueale causa dolore intenso per effetto della pressione generata dalla raccolta emorragica al di sotto dell’unghia. Il drenaggio dell’ematoma è fondamentale e risolutivo.

E’ necessario specificare che lo schiacciamento di un dito può non avvenire soltanto a livello apicale ma può riguardare ogni suo segmento, dove la compressione dei vasi sanguigni può determinare insufficienza della vascolarizzazione con il rischio di sofferenza ischemica dei tessuti. In tal caso sono richiesti interventi chirurgici più complessi.