SEPARATE GEMELLE SIAMESI UNITE PER ADDOME E TORACE – INTERVISTA AL DOTT. MARIO ZAMA

 

Due gemelle siamesi di 17 mesi unite per il torace e per l’addome sono state separate con successo all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. L’intervento di separazione su Rayenne e Djihene, provenienti dall’Algeria, è durato 10 ore ed è stato eseguito da un team multidisciplinare di circa 40 persone guidato dal prof. Alessandro Inserra, direttore del Dipartimento Chirurgico. Per preparare l’intervento sono stati realizzati modelli e stampe 3D delle gemelle. Una speciale procedura ha consentito di dimezzare la durata dell’operazione (in media di 18-20 ore) riducendo il tempo di esposizione delle bambine all’anestesia. Nella storia dell’Ospedale è il secondo caso di separazione di gemelli siamesi. L’unico altro intervento di questo tipo risale all’inizio degli anni 80, più di 30 anni fa, e fu eseguito su due gemellini maschi. Anche in quel caso si trattava di siamesi toraco-onfalopaghi (con torace e addome uniti).

L’operazione è stata eseguita sabato 7 ottobre 2017 e è durata circa 10 ore, 2 delle quali dedicate alla preparazione anestesiologica, le restanti alla separazione delle gemelle e alla ricostruzione di addome e torace. Al tavolo operatorio si sono avvicendate 5 équipe chirurgiche cui era stata assegnata una precisa fase dell’intervento: Chirurgia Plastica, Chirurgia neonatale, Cardiochirurgia, Chirurgia epato-biliare, Anestesiologia e rianimazione.

 

 

 

 

 

[Da Sinistra: dott. Mario Zama, dott. Piero Bagolan, dott. Alessandro Inserra, dott. Sergio Picardo, dott. Adriano Carotti, dott. Marco Spada, responsabili delle equipe chirurgiche impegnate nell’intervento]

Gli studi clinici sono stati condotti da medici e specialisti di 7 aree diverse: Chirurgia generale, Chirurgia neonatale, Chirurgia Plastica, Cardiochirurgia, Anestesiologia e rianimazione, Chirurgia epato-biliare, Diagnostica per immagini.

Riportiamo qui di seguito il testo dell’intervista telefonica fatta da Radio Cusano Campus TAG24 al dott. Mario Zama che ha partecipato agli studi, alla preparazione e allo straordinario intervento chirurgico:

“Uno straordinario risultato l’intervento chirurgico complesso di separazione delle due gemelle siamesi di 17 mesi unite per torace e addome. Ci aiuti a capirne di più

“E’ stata un’organizzazione molto complessa e anche un intervento complesso, ma abbiamo lavorato con 5 equipe diverse: ognuno con le proprie competenze siamo riusciti a raggiungere senza dubbio un ottimo risultato”

Dott. Zama, parlavamo di modelli 3D per simulare l’operazione e quindi l’utilizzo di nuove tecnologie oltre che della diagnostica per immagini per dare ai chirurghi quegli strumenti conoscitivi forse impensabili 30 anni fa, quando c’è stata la prima separazione all’Ospedale Bambino Gesù

“Indubbiamente la tecnologia 3D è l’ultimo step dell’evoluzione della diagnostica per immagine. Attraverso le immagini TAC è possibile ricostruire dei modelli tridimensionali sia del paziente intero, come abbiamo fatto, sia dei singoli organi nonché della vascolarizzazione che ci permette così di comprendere dove è possibile effettuare la separazione degli organi eventualmente in comune e quindi andare anche in maniera più spedita durante l’intervento chirurgico riducendo enormemente i tempi dell’intervento stesso”

Un intervento che è durato circa 10 ore. In questo caso due ore di queste 10 sono state dedicate alla preparazione anestesiologica e il restante alla separazione delle gemelle. Sono davvero tante le variabili, dott. Zama, da dover gestire e affrontare quando parliamo di un intervento del genere

“Sì, certo. La preparazione dell’intervento chirurgico è sicuramente il momento più importante dal punto di vista anestesiologico per la sicurezza delle pazienti, delle bambine considerando che è un’anestesia che viene fatta su due bambine che hanno una circolazione completamente separata e che quindi vanno addormentate separatamente pur essendo unite per il torace e per l’addome. Tra l’altro le bambine hanno subito due interventi chirurgici: un primo intervento dove sono stati posizionati gli espansori cutanei e quindi una prima anestesia e poi il secondo intervento più lungo dove la monitorizzazione anestesiologica è fondamentale per la garanzia del successo non soltanto tecnico, ma proprio effettivo e reale della separazione”

Parlavamo di una separazione che ha coinvolto torace e addome con tutta una serie di organi coinvolti; addirittura anche a livello cardiaco c’è stata una separazione. E’ così, dott. Zama?

“Sì, sì, le bambine avevano parte del fegato in comune, che è quindi stato separato. Avevano fortunatamente due cuori e ciò ci ha permesso ovviamente di potere effettuare la separazione, ma i due cuori erano contenuti in un’unica cavità pericardica; quindi è stato necessario aprire il pericardio e lo sterno in maniera tale da poterle separare e poi ricostruire parte del pericardio di entrambe le bambine per poter garantire il contenimento del cuore nonché la ricostruzione dello sterno per proteggere il cuore”

Possiamo dire che la chiave del successo di un intervento del genere è proprio quel lavoro di squadra e di equipe sinergico fra i vari professionisti. Cinque le equipe chirurgiche, ricordiamo, che si sono avvicendate in queste dieci ore. E’ lì che avviene la differenza, oltre che nei mesi di preparazione ovviamente, ma questo fa parte tutto del lavoro di squadra, dott. Zama

“Assolutamente aldilà della programmazione che ha proceduto le tante riunioni che abbiamo fatto sicuramente il lavoro di squadra che è stato fatto in sala operatoria è stato fondamentale. Nessuno ha mai avuto momenti di protagonismo. Noi chirurghi siamo un po’ particolari come professionisti, ma tutti quanti abbiamo lavorato in maniera non autonoma ma sinergica, tutti quanti insieme e questa è stata sicuramente la chiave del successo, alla fine, non c’è dubbio”

So che provengono dal Burundi e sono unite per la zona sacrale invece un’altra coppia di gemelle che saranno separate nelle prossime settimane, dott. Zama. Mi corregga se sbaglio

“Sì, esatto, un’altra coppia di gemelline più piccole di quelle che abbiamo separato. L’intervento è programmato tra qualche settimana. Io sono un po’ scaramantico e per proteggere le bambine non dico più di questo.

Certo, no, assolutamente, ma è giusto ricordare che tanto le pazienti algerine quanto loro sono pazienti che rientrano nell’ambito delle missioni umanitarie promosse dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Nel 2016 i casi pro bono sono stati circa cinquanta all’Ospedale Bambino Gesù. Nell’Ospedale dei bambini nel mondo, lo possiamo dire dott. Zama, questi casi stanno crescendo sempre di più

“Assolutamente sì, è la nostra missione quella di curare tutti quanti, tutti i bambini che hanno bisogno, ma con un occhio particolare sicuramente per i bambini che non hanno accesso alle cure adeguate nelle loro nazioni per la sfortuna di essere nati in zone disagiate e quindi siamo aperti assolutamente ad accogliere questi bambini. La richiesta è quotidiana, veramente”

Senta, siamo davvero in chiusura. Ce lo chiedono molti radioascoltatori: le due gemelline siamesi stanno bene anche se dovranno sottoporsi ad altri interventi ricostruttivi, dott. Zama?

“Le bambine stanno bene, stanno in fase di riabilitazione e tutto sta procedendo come da programma e noi siamo più che ottimisti per una ripresa completa per poterle fare tornare a casa in una situazione di quasi normalità”

Grazie al dott. Mario Zama, Responsabile di Chirurgia Plastica e Maxillofacciale dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Grazie per il suo tempo e per il suo impegno, dott. Zama. Grazie e buon lavoro

“Grazie a voi, arrivederci”.

[Ecco il link dell’intervista : http://www.tag24.it/podcast/mario-zama-separazione-gemelle-siamesi/ ]

 

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